mercoledì 8 agosto 2012

il colore del DOLORE

Che colore ha il dolore? Rivolsi questa domanda due anni fa ad un ex soldato che era stato in Somalia, Bosnia, Rwanda e Libano. Avevo già in mente di preparare il grigio e la sua risposta fu “grigio”.
Nelle mie composizioni in acrilico non uso mai il nero, per cui non potevo fare una miscela di bianco e nero per ottenere il grigio, non lo avevo ed era notte fonda, non volevo aspettare il giorno dopo per andare a comprare il nero. Decisi di mischiare tutti i colori che avevo (giallo, rosso, blu) ed aggiunsi un po’ di bianco. Provai e riprovai, ma il mio grigio aveva sempre una leggera tonalità color verde militare. Informai l’ex soldato il quale mi rispose con un sms “sono io”. Il cosa accadde poi esce fuori da ogni logica razionale. Volevo un po’ di grigio da inserire dentro una composizione rosa, invece la piccola tela su cui feci la prova colore si impossessò del colore appena preparato.
Michelangelo affermava che dentro ogni blocco di marmo ci fosse già l’opera da scolpire, che compito dello scultore era di togliere il superfluo e far uscire l’opera d’arte. Nel caso della piccola tela dove avevo provato il colore direi che fu lei a chiamare questo grigio-verde militare, poi il rosso sangue. La mia mano muoveva il pennello come guidata da una forza esterna. Lì dove il pennello non bastava fu la mano sporca di rosso a poggiarsi direttamente sulla tela. Intanto io piangevo. Provavo un dolore immenso, il cuore sembrava scoppiarmi nel petto, avevo la sensazione di sentire l’orribile odore di sangue, polvere e sudore mischiati insieme sulla mia pelle. Piansi le mie lacrime sulla tela e le grosse gocce caddero sul cuore appena dipinto. Le lacrime tolsero il trucco che avevo agli occhi e quando la tela fu terminata mi lavai il volto e mi guardai allo specchio: una nuova luce brillava in me. Da quel dolore provato mentre dipingevo era nato qualcosa di nuovo dentro di me, qualcosa di bello a cui non sapevo dare un nome. Osservai il quadro, lo trovai brutto, ma vivo.
Il giorno dopo aggiunsi dei fiori con il fluorescente visibile solo di notte. Volevo dare un messaggio di speranza, volevo trasformare tutto quel dolore e farlo sbocciare delicatamente, "illuminarlo" come si erano illuminati i miei occhi dopo quel pianto.
Ancora adesso, quando guardo questa piccola tela, penso che essa porta in sé il perdono, quel perdono che ogni ex soldato chiede a se stesso, per ciò che ha fatto, e per ciò che avrebbe voluto fare, ma gli fu vietato.
Il cuore di chi ha conosciuto quel dolore atroce che è la guerra (oggi mascherata con il nome di "missione di pace") mi ha guidato nella realizzazione di questa tela. Grazie!!!!!
Dedico questa tela del dolore a tutti gli ex soldati e ai futuri ex soldati: sappiate che il perdono che cercate è già dentro di voi. Siete stati perdonati!!!
Possa ora il vostro cuore splendere nella gioia e sbocciare nell'amore.

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